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Ed elli allor, battendosi la zucca: / “Qua giù m’hanno sommerso le lusinghe / ond’io non ebbi mai la lingua stucca” (Inferno, XVIII v.124)

 

 

Se in questi giorni fai un giro nei mercati, la vedi ovunque, sui banchi. Tra le mele e i grappoli d’uva, trionfante nelle sue dimensioni esagerate, spesso dallo squillante colore arancio, la sua forma tonda e leggermente schiacciata ai poli, attira lo sguardo e l’attenzione. E torni indietro nel tempo. Torni bambino e la fantasia inizia  a fare capriole. Eccoti a sfogliare ancora il libro delle favole

 

 

La fata madrina disse a Cenerentola: “Non stare a preoccuparti. Và in giardino e portami una zucca!”. Dotata del potere della visione, la fata toccò la zucca con la bacchetta magica, trasformandola in carrozza.

 

E’ un frutto che ricorre spesso nelle tradizioni e nelle favole di tutti i popoli, perché ha una connotazione simbolica, per l’aspetto opulento della sua forma, per i tralci contorti del fogliame, quasi a rappresentare, come in una metafora, l’uomo e la donna, al centro della vita, così labirintica ed esplosiva nella sua quotidiana crescita, da ricordare il nascere e lo svilupparsi di una zucca nell’orto. 

 

La sua immagine ha valore di rinascita, riconosciuto, sin dall’antichità, in Occidente come in Oriente. In Grecia, nella città di Sicione, nel golfo di Corinto, la dea Athena era adorata con la donazione di alcune zucche, chiamate Kolokatia Athenai, le zucche di Atena. La dea, nelle raffigurazioni, teneva tra le mani una piccola zucca. Tonda e florida come la Luna, simbolo di fertilità e abbondanza

 

Matura in autunno, segnando quindi il passaggio temporale tra la stagione estiva e quella invernale. Separa le stagioni. I suoi semi, quelli che una volta aperta, brillano come tanti piccoli denti, sono quindi il segno della rinascita che avverrà. ll riferimento alla Luna e agli influssi che essa esercita sull’uomo e sul ciclo delle coltivazioni è evidente, e affascinante è il legame tra la zucca, frutto tondo adagiato nell’orto, e la terra, che la accoglie e la cresce. 

 

Si usa in tutte le preparazioni: dal classico ripieno per i tortelli, ai dolci, passando per le cotture in forno o in tegame. Il gusto unico della zucca ed il suo colore, così caldo e generoso, rendono i piatti nei quali essa compare particolarmente appetitosi.

 

La Sicilia, dove il Mediterraneo entra con prepotenza e si fonde con i sapori della terra, ci regala una ricetta squisita per preparare la zucca in modo semplice, ma saporito. Una ricetta classica, della tradizionale cucina siciliana: la cucuzza in agruduci (zucca in agrodolce). Il nome vero di questa ricetta è ficatu ru sette cannoli, cioè il fegato dei sette rubinetti, dal numero dei cannelli della fontana di piazza Garraffello alla Vucciria di Palermo, dove gli ambulanti invitavano a gran voce a comprare il cartoccio contenente questo piatto squisito. Lo chiamavano ficatu, perchè all’epoca, la carne era riservata alle tavole dei nobili e il popolo si reinventava la cucina utilizzando i prodotti dell’orto. E’ un piatto da servire freddo o solo leggermente intiepidito, da gustare in compagnia, con un bicchiere di Nero d’Avola o di un bianco d’Alcamo.

 

Ingredienti: 550 gr di zucca, 2 spicchi d’aglio, menta fresca, aceto, olio EVO e sale.

Tagliate la zucca pulita in larghe fette alte circa 2 cm, salatele e ponetele a scolare per una mezz’ora. Friggetele quindi nell’olio, lasciandole molto al dente, poi disponetele in un piatto, con i bordi alti, un po’ sovrapposte. Preparate quindi una salsa agrodolce con l’aglio soffritto in camicia, la menta, 2 cucchiai di olio, mezzo bicchiere di aceto e 2 cucchiaini di zucchero. Versate la salsa sulle fette di zucca e fate riposare qualche ora.