Chi siamo

Nei grandi porti del XVI Secolo accadeva quotidianamente che i mercanti passeggiassero sulle banchine con l’occhio attento alle navi. Scrutavano sui ponti, guardavano l’attrezzatura di coperta, chiedevano informazioni. Accadeva che, dopo aver gironzolato, si avvicinassero sotto bordo a un bastimento a vela che aveva tutta l’aria di voler salpare di lì a breve. Chiedevano a qualche marinaio affaccendato, si informavano su chi fosse il nostromo, chiedevano infine del comandante. Non era insolito che lo invitassero a bere un bicchiere di vino nella taverna del più vicino angiporto, e che lo interrogassero minuziosamente sul viaggio che stava per intraprendere. Un viaggio commerciale, hmm… bene, per dove? Con che equipaggio? Lungo quali rotte, per quanto tempo? E via così. Al termine dell’interrogatorio, dopo aver anche cercato di capire il comandante, l’uomo, la sua esperienza nautica e di vita, poteva accadere che il mercante facesse la sua offerta: “prendo dieci carati della spedizione”. 

L’affare si concludeva per le spicce, una firma e una stretta di mano di fronte a un garante. Voleva dire che il mercante finanziava quella spedizione perché ci credeva, perché sperava in un ritorno: i suoi denari più la quota parte di ogni provento derivante dal carico. Naturalmente, rischiava: quel comandante era davvero capace come si diceva? Sarebbe tornata, quella nave? Stava investendo bene il suo denaro? Chissà

Mediterranea non è un’impresa commerciale, non fa attività di charter tradizionale, non ha per obiettivo alcun particolare ritorno economico salvo coprire i suoi costi, ma è organizzata in modo simile a quei bastimenti del ‘500. La sua spedizione ha obiettivi, un barca, una rotta. Il ritorno che cerca di realizzare è culturale, nautico, scientifico, di relazioni umane. 

Un gruppo di persone ha letto, capito, chiesto, e ha deciso di farne parte, sostenendo economicamente il viaggio, facendone parte nei modi più diversi attraverso la collaborazione, il lavoro, l’aiuto all’organizzazione, venendo a bordo quando vuole in base ai propri impegni e a quelli della barca. Altri verranno, perché siamo aperti a chiunque abbia capito davvero cos’è Mediterranea e voglia aggiungersi al nostro viaggio. Vi aspettiamo, dunque.

In questo modo, il piccolo gruppo degli ideatori è diventato un grande gruppo di persone, decine di appassionati di viaggi e di mare, tutti impegnati e partecipi, che non a caso si sono chiamati “Mediterranei. Questo gruppo sostiene la spedizione, ne fa parte integrante, collabora, e una quota di essi compone il Comitato dei Rais, che conduce la barca lungo tutto il viaggio. 

Nessuno riceverà denaro in cambio del sostegno dato, ma agirà per generare, per sé e per gli altri, un ritorno assai più ricco e importante, oltre che molto meno “incerto”: il viaggio stesso, con tutto il carico di avventura, scoperte, relazioni, emozioni, informazioni, esperienze. Vita.