Regate, imprese, avventure. Storie di uomini e della loro barca

 

02 lo SnarkE si, proprio lui, lo scrittore noto per romanzi quali “Il tallone di ferro”, “Martin Eden”, “Zanna Bianca” e “Il richiamo della foresta” aveva un sogno … navigare.

Un sogno trasformato in progetto e poi diventato realtà.

 

La Crociera dello Snark

Tutto cominciò alla piscina di Glen Ellen. Tra una nuotata e l’altra avevamo l’abitudine di uscire dall’acqua e sdraiarci sulla sabbia lasciando che i nostri corpi si saturassero di aria calda e di sole.

Roscoe era uno yachtman. Io ero andato un po’ per mare. Era inevitabile che venissimo a parlare di barche. Parlammo di barche piccole e di come tengono il mare; ricordammo il capitano Slocum e il suo viaggio di tre anni intorno al mondo sullo “Spray”.

Dichiarammo che l’idea di fare il giro del mondo in una barca di piccole proporzioni, per esempio di quaranta piedi, non ci spaventava.

Sostenemmo per giunta che l’idea ci sarebbe piaciuta. Infine dichiarammo che nessuna cosa al mondo ci sarebbe stata più gradita che avere una possibilità di farlo.

-Facciamolo – si disse per scherzo.

La volta dopo che ci ritrovammo sdraiati sulla sabbia accanto alla piscina io dissi a Roscoe: – Facciamolo. – Facevo sul serio e lui pure: infatti chiese: – Quando si parte?

Così il viaggio fu deciso ed ebbe inizio la costruzione dello “Snark“.

La barca fu battezzata col nome di “Snark” perché non riuscimmo a trovarne uno migliore – questa informazione è a beneficio di quelli che altrimenti potrebbero sospettare qualcosa di misterioso in questo nome.

I nostri amici non riescono a capire la ragione di questo viaggio. Rabbrividiscono, piangono, si lamentano. Nessuna spiegazione riesce a convincerli che in realtà stiamo seguendo la linea di minor resistenza ossia che metterci per mare con una barca è per noi molto più facile che rimanere sulla terraferma. Mi credono pazzo – in ricambio io li compatisco. E’ questo uno stato d’animo che mi è familiare. Siamo tutti propensi a credere che c’è qualcosa che non va nel modo di ragionare di quelli con cui non andiamo d’accordo.

La parola finale è questa: MI PIACE. E’ alla base della filosofia ed è inseparabile dal nocciolo dell’esistenza. Quando la filosofia ha brontolato pedantemente per un me se per mostrare all’individuo quello che deve fare l’individuo a un tratto dice: “mi piace” fa qualcos’altro e la filosofia se ne va a spasso. Perché così gli piace; l’ubriaco beve e il martire indossa il cilicio l’uno diventa un crapulone e l’altro un anacoreta l’uno cerca la gloria l’altro la ricchezza l’altro l’amore e l’altro ancora Dio. Molto spesso la filosofia è il mezzo con cui l’uomo spiega il proprio “mi piace”.

Ma ritorniamo allo “Snark” e al perché del mio desiderio di viaggiare con esso intorno al mondo. Le cose che mi piacciono costituiscono il mio sistema di valori. La cosa che preferisco è il successo personale – non per l’applauso del mondo ma per una mia intima soddisfazione.

E’ l’antico grido: “Ce l’ho fatta! ce l’ho fatta con le mie proprie mani!”. Ma per me il successo dev’essere concreto. Preferirei vincere una gara in piscina o restare in sella a un cavallo che tenta di buttarmi a terra piuttosto che scrivere il Grande Romanzo Americano.

A ognuno il proprio gusto: un altro al mio posto preferirebbe scrivere il Grande Romanzo Americano piuttosto che vincere una gara in acqua o domare un cavallo.

Ecco perché mi sto costruendo lo “Snark”. Sono fatto a questo modo: mi piace ecco tutto. Il viaggio intorno al mondo significa grandi momenti di vita. Abbiate pazienza un istante e pensateci un po’.

Lo “Snark” sarà a vela. Ci sarà un motore a benzina ma verrà usato solo in casi d’emergenza per esempio in acque pericolose tra secche e scogli a fior d’acqua là dove un’improvvisa bonaccia lascia la barca in balia della corrente. L’attrezzatura dello “Snark” sarà del tipo chiamato “ketch”. L’attrezzatura a “ketch” è un compromesso tra la “yawl” e la goletta. In questi ultimi anni l’attrezzatura a “yawl” si è dimostrata la migliore per crociera. Il “ketch” conserva le doti da crociera della “yawl” e ha inoltre alcune delle qualità veliche della goletta. Quanto ho detto va preso con riserva perché per me è tutta teoria. Non ho mai navigato su di un “ketch” anzi non ne ho mai visto uno. E’ la teoria che mi sembra buona; aspettate che io sia in alto mare allora potrò dire di più sulle qualità veliche e di crociera del “ketch”.

Quanto a marinai non ce ne saranno. O piuttosto saremo Charmian Roscoe e io. Faremo tutto da noi. Noi con le nostre mani faremo il giro del mondo – lo faremo o andremo a fondo. Naturalmente ci saranno un cuoco e un mozzo. Avremo il turno di guardia e la manovra delle vele. Non solo ma dovrò pure lavorare al mio mestiere di scrittore per procurarci da mangiare comprare nuove vele e sartiame e mantenere lo “Snark” inefficienza.

Il viaggio fu il nostro sogno di un bel periodo di esistenza

(tratto da: La crociera dello Snark di Jack London)

 

Jack London, pseudonimo di John Griffith Chaney London, nacque a San Francisco il 12 gennaio 1876, figlio illegittimo di William H. Chaney, astrologo dilettante, e Flora Wellman. A fargli da padre John London, contadino, droghiere e sorvegliante di porto, che Jack accompagnerà più volte lungo la costa a raccogliere cozze e tartufi su una barca.

E quello di una barca tutta sua sarà per Jack il sogno di una vita, che fu inizialmente di stenti, lavori saltuari, dubbie frequentazioni fra i moli di Oakland e le acque della baia di San Francisco, infestate di pescatori di frodo, contrabbandieri, spugne d’osteria. Con i primi trecento dollari guadagnati a inscatolare cetriolini e asparagi, riuscirà a mettere le mani sul Razzle Dazzle, sloop del razziatore di ostriche French Franck. Anche lui lo diventerà, tanto da guadagnarsi il soprannome di principe dei pirati di ostriche, anche se, fra una razzia e l’altra, troverà il tempo di frequentare la biblioteca comunale di Oakland. Perso il Razzle Dazzle, s’imbarcherà sul Reindeer, veliero pirata della baia che lascerà per la California Fish Patrol, quindi, nel 1893, come marinaio, sul Sophie Sutherland, un tre alberi di cacciatori di foche. Dopo sei mesi è di nuovo a Oakland, assunto da una fabbrica di juta. (vincerà nel frattempo con Story of a Typhoon Off the Coast of Japan il concorso letterario del Morning Call). Spalatore di carbone, studente, operaio in un lavanderia, nel 1897 si imbarca sul piroscafo Umatilla destinazione Klondike.

Fioriscono intanto i suoi racconti.

Nel 1902 sarà in Sud Africa per seguire la guerra angloboera. Poi a Londra per documentare con i suoi apparecchi fotografici a soffietto le condizioni di vita del proletariato della East Land. Nel 1904, durante il conflitto russo-giapponese, è in Oriente come corrispondente di guerra.

Nel 1905, dopo il divorzio da Bessie Maddern, sposa Charmian Kittredge.

Lo “Snark” mollerà gli ormeggi il 23 aprile del 1907 destinazione Hawaii. A bordo Jack e Charmian e Roscoe e poche persone d’equipaggio, fra cui, Earnes, zio di lei, tutto fuorché uomo di mare che verrà fatto sbarcare alle Hawaii insieme a due finti marinai.

Sarà Jack, chiuso nel pozzetto fra tavole di logaritmi, correzioni, linee di mira, ad occuparsi dello Snark senza per questo rinunciare alle sue mille parole al giorno. Il ticchettio della Remington di Charmian diventerà uno dei rumori più familiari della vita di bordo: a lei difatti il compito di battere a macchina i manoscritti di Jack.

Imbarcato il nuovo equipaggio, lo Snark ripartirà alla volta delle isole Marchesi. Dopo un breve rientro a San Francisco, giusto il tempo di rimetter mano ai conti, la navigazione riprenderà alla volta di Bora Bora, le isole Samoa, le Figi, le Nuove Ebridi, l’arcipelago delle Salomone. Memore dei racconti di Melville e Stevenson, Jack London percorrerà il Pacifico dei colonizzatori, degli avventurieri senza scrupoli, dei mercanti di schiavi, dei cannibali e dei lebbrosi, sperimentando il gusto della navigazione con scarse conoscenze tecniche ma con una grande passione.

Ma l’equipaggio è ormai stremato e anche Jack necessita di cure.

A Guadalcanal, lo Snark verrà affidato a Martin Johnson, mentre Jack e Charmian ritornano in America.

Scortato a Sydney e qui rivenduto, destinato più al trasporto merci che al traffico di schiavi, lo Snark verrà avvistato anni dopo sull’isola di Epi, tra Vaté e Ambrym, nelle Nuove Ebridi, con la vernice scrostata, le strutture del ponte smantellate, senza l’albero di trinchetto e con le attrezzature della mezzana allentate, segno che ormai navigava a vapore.

Nel 1910 i coniugi London acquisteranno il Roamer, uno yawl di nove metri, a bordo del quale navigheranno per mesi tra la baia di San Francisco e il fiume Sacramento. La cabina trabocca di riviste di agricoltura, di progetti di viaggi avventurosi, di pile di libri. Ed è con uno di questi libri in mano, il racconto di un viaggio intorno a Capo Horn, che la mattina del 22 novembre del 1916, a Glen Ellen, Jack London, sofferente di uremia, sprofonderà nel coma per non farvi più ritorno. Aveva fatto in tempo a comporre, durante una crociera nella baia di San Francisco, “The joy of small boat sailing”.

“Quando un uomo ha frequentato la scuola del mare non la lascia più. Il sale si impregna nel midollo osseo, nell’aria che respira e sentirà il richiamo del mare fino alla fine dei suoi giorni».

Era il suo testamento.

(fonte : S.E. Carnemolle)

 

MEDITERRANEI in libreria

Jack London

LA CROCIERA DELLO SNARK

Mattioli Edizioni – Pagg. 207 – € 14

Con questo libro Jack London regala ai tanti che coltivano il sogno della fuga in barca la certezza di poterlo trasformare in realtà, raccontando tutte le aspettative e le sorprese, ma anche tutte le esitazioni e le delusioni, che ogni uomo di terra scopre affrontando il mare.

Qui trovate una bella Photogallery