“Mettersi in barca con l’idea di attraversare tutta la regione  (del Mediterraneo n.d.r.) per diffondere il messaggio della necessità di costruire un destino comune, in effetti, è un atto politico, fuori dagli schemi che i tempi che viviamo ci impongono, e per questo doppiamente politico. Un atto illegale, dove l’illegalità consiste nel tentativo di superare tutte le frontiere e di mettere insieme le sponde divise, di un’illegalità fondata su ciò che è giusto e buono, perché non sempre ciò che è legale è giusto.”

Questo ci ha detto Gianluca Solera, scrittore e giornalista, il 16 maggio 2014, alle ore 20.00 nella dinette di Mediterranea, ormeggiata nel porto di San Bendetto del Tronto. Era il “giorno prima”. Quello prima della partenza, quello prima che Mediterranea iniziasse il suo lungo viaggio, quello nel quale ci siamo ritrovati tutti intorno ad un tavolo per ascoltare le parole di un uomo che il Mediterraneo lo ha attraversato e lo ha vissuto, lo ha letto e lo ha raccontato, lo ha sentito sulla propria pelle e che, da anni ormai, si batte per la “cittadinanza mediterranea”.

Nel video, Simone Perotti e Gianluca Solera, come in un incontro tra amici, scambiano idee e pensieri sul Mediterraneo, il ruolo della politica, il senso della spedizione, perché, “se – come dice Solera – la protesta che ha attraversato paesi arabi e europei, Israele e Turchia in questi ultimi tre anni ha avuto come simbolo la tenda, e dove si piantava una tenda si gridava: «Pane, giustizia e libertà», perché non potrebbero essere le imbarcazioni il nuovo vettore di questo messaggio transnazionale, tanto mobili e simboliche quanto una tenda?