DSC 0744  sintesi

 

 

(di Simone Perotti)

Nana Lomia è una linguista, innamorata dell’Italia fin da giovane. E’ emozionata e felice di incontrarci. E si vede che si è preparata. Ci racconta di essere una georgiana profuga dell’Abkasia (con la “s” non con la “z”). “Sono dovuta fuggire ancora bambina, con la mia famiglia. Era il ’92, c’era la guerra al momento del crollo dell’URSS. L’Abkasia è una specie di Sicilia, bellissima, fu una tragedia per i georgiani in quell’area”.

“In Georgia abbiamo sempre avuto tanti nemici, perché tutti passavano di qui, volevano avere il controllo di questa porzione di mondo. E’ un bel paese, la terra è ricca, c’è il mare. Non nomino i nemici di ieri e di oggi, ma certo, quando ci salutiamo, diciamo “vittoria!”, e questo è emblematico”. 

 

L’Italia, ci assicura Nana, è popolarissima da queste parti. Amano la nostra lingua (che imparano facilmente perché qualunque lingua ha una fonetica meno arcana del georgiano), ci somigliano. “Ho condotto uno studio antropologico, antroporelazionale, per definire in varie classi i diversi popoli dell’area. I georgiani sono finiti nello stesso gruppo degli italiani, e cioè i “poliattivi”. Lo avrei potuto dire anche prima dello studio, ne ero certa”.

Il primo dizionario georgiano fu redatto a Roma nel 1629. Marco Polo passò di qui tornando dall’Asia, tanti altri viaggiatori italiani sono passati di qui, soprattutto genovesi. Perfino una delle prime mappe su di noi è italiana, con l’indicazione della Colchide, nel ‘700. In qualche modo capire l’Italia ci aiuta a capire il nostro passato”.

Non solo Italia, anche Mediterraneo nel suo complesso. “Un geografo già nel VI secolo parla della Georgia parlando del Mediterraneo. Questo la dice lunga sulla nostra appartenenza, nonostante molti geografi ci annoverino in Asia”.

Il mare divide e unisce, certamente, assai più delle montagne che qui scorrono e si levano a oriente. “Sì, la gente del mare. In questo ci riconosciamo. Il Mar Nero per noi non è un confine, ma un ponte verso il Mediterraneo. Per noi l’Europa è uno straordinario sostegno, soprattutto visto il nostro passato”.

Con una linguista ci facciamo spiegare qualcosa dell’intricato e oscuro alfabeto georgiano. “Abbiamo una delle 5 lingue più antiche del pianeta, e siamo uno dei 14 ceppi linguistici fondamentali. La cosa interessante è che siamo gli unici al mondo a usare il georgiano, e il nostro alfabeto è del tutto originale. Si è evoluto nel corso del tempo, ma non ha referenti precedenti o susseguenti”.

Lomia ci dà un saggio di dizione. Vederlo scritto il georgiano è bellissimo, pare una greca decorativa articolata e difficile da imitare. Sentirlo è assai bizzarro, con accenti e pronunce per noi quasi inaccessibili. Forse i georgiani ci somigliano tanto, forse sono i mediterranei più diversi dell’area. Lo vedremo. Il viaggio è ancora lungo.